GUARDATECI
NEGLI
OCCHI
Il ritratto di chi vive l’Associazione Dormitorio San Vincenzo giorno dopo giorno, lo sguardo di chi, attraverso le fotografie, ci racconta la sua storia.
Il progetto si è sviluppato attraverso incontri individuali tra il fotografo Carlo Bianchetti e alcuni ospiti dell’Associazione Dormitorio San Vincenzo.
Durante questi incontri gli ospiti ed il fotografo hanno avuto occasione di condividere storie, pensieri e progetti di vita che anche grazie all’associazione possono oggi essere realizzati.
Carlo ha attraversato tutti i servizi gestiti dall’Associazione, dal dormitorio in Contrada Sant’Urbano, alle Case San Vincenzo in via Carducci, agli appartamenti di housing sociali sparsi per la città di Brescia.
Appare evidente come negli anni la tipologia di utenza che afferisce ai servizi sia molto cambiata, perché le persone senza dimora mutano, proprio come muta la società. Se una volta per le strade si incontravano i cosiddetti “barboni”, figure a tratti pittoresche più o meno presenti in ogni quartiere urbano, con barbe lunghe, vestiti sgualciti e dei fagotti che si trascinavano dappertutto, oggi ci sono nuove categorie, figlie della globalizzazione, a volte vittime delle regole della società attuale. Ci sono molti uomini ma anche molte donne, ci sono gli immigrati della rotte balcaniche e africane, che cercano disperatamente un riscatto economico e che fanno i conti con i problemi della loro marginalità culturale (quasi tutti giovanissimi); ci sono italiani di mezza età, rimasti senza lavoro e in un secondo momento senza casa, che cercano di barcamenarsi tra rapporti familiari tesi e una ricerca di una stabilità perduta; sempre più numerosi sono gli anziani soli, con problemi sanitari che necessitano di un posto tranquillo in cui avere un po’ di riposo; ci sono, poi, persone con dipendenze da alcol o droga, divisi tra la necessità di una disintossicazione e la tentazione di tardare quel momento di un altro giorno. Infine vanno citate le persone con disturbi psicologici o psichiatrici; soli, abbandonati e imprevedibili, inseguono le proprie convinzioni con determinazione, quasi seguissero un filo logico nella loro follia.
La San Vincenzo, in 125 anni, ha sempre fatto accoglienza, ma oggi le condizioni sono estremamente diverse. Una volta i senza dimora volevano vivere al di fuori della società, quindi con un piatto caldo e un giaciglio dove dormire erano soddisfatti e sistemati. Oggi le necessità degli ospiti sono mutate. Cercano una guida che li aiuti a districarsi tra le mille lungaggini burocratiche e che li sappia ben consigliare per un nuovo lavoro, piuttosto che per un cambio di terapia; un amico fidato che non viva la strada, al quale raccontare fatti ed episodi accaduti durante il giorno; un familiare al quale confidare i propri segreti; a volte un “sergente” che ricordi loro appuntamenti e impegni e, nei momenti più bui, una spalla sulla quale piangere. Le richieste sono aumentate a dismisura; ogni persona ha decine di necessità e di bisogni. Per forza di cose sono aumentate anche le competenze di operatori sociali ed educatori, dato che il binomio cibo e letto, ormai, non è più sufficiente.
Una cosa non è mutata in 125 anni, la passione con la quale
l’Associazione Dormitorio San Vincenzo è a fianco degli ultimi.