NATIVE LAND
Il tema delle rotte migratorie è molto complesso e difficile da affrontare.
Le mille sfaccettature delle tantissime realtà che nella scelta o nella costrizione lo affrontano molto spesso non riescono a trovare il giusto spazio per poter dar voce a chi ne è protagonista, senza contare che troppo spesso il pregiudizio politico e sociale non permette di poter comprendere la realtà e la dimensione di questo fenomeno che ogni anno vede coinvolte milioni di persone costrette ad abbandonare la “terra nativa” in cerca di un posto sicuro al riparo da guerre, fame e cambiamenti climatici.
Con questi propositi nasce Native Land, un ambizioso progetto fotografico avviato all’inizio del 2022 che si propone di documentare la realtà e le storie delle Persone in movimento che varcano i confini europei in cerca di un futuro migliore provando ad attirare l’attenzione pubblica su tutte le fasi che costituiscono le rotte migratorie, cercando di dare spazio alle realtà di cui spesso non si è a conoscenza.
Il nome Native Land (in italiano Terra Nativa) vuole essere una provocazione rispetto all’idea di origine che si associa al paese di provenienza rispetto alle origini che accomunano ognuno di noi alla Terra, puntando a passare il concetto che tutte le crisi che vive il nostro pianeta, tra guerre e cambiamenti climatici, possono essere risolte unicamente affrontandole unendo le forze di tutti.
Munito della sua fotocamera Carlo Bianchetti, fotoreporter italiano classe 1995, ha iniziato il suo viaggio sulle coste del sud Italia, primo punto d’arrivo dopo la traversata del Mediterraneo. Lampedusa, forse la meta di arrivo più conosciuta, è stata solo la prima tappa di un percorso che lo ha portato, per il momento, a Roccella Jonica, Oulx, Claviere, Trieste e Trento, dove tra sbarchi e confini ha documentato la quotidianità di questi luoghi che ogni giorno affrontano le difficoltà legate alle rotte migratorie. Ma non solo Italia: il progetto si sta periodicamente allargando avendo già attraversato i territori di Atene in Grecia, da molti anni una delle protagoniste indiscusse della Rotta Balcanica, Melilla in Africa, confine problematico tra Marocco e Spagna, ed in Serbia, sul il confine con l’Ungheria che in questo momento risulta essere uno dei più attivi e violenti lungo tutta la Rotta Balcanica per ascoltare e raccontare, attraverso le sue fotografie, le storie di questi luoghi e delle persone che li abitano e attraversano.
Il progetto è in costante aggiornamento per cercare di coprire, nel tempo, tutti i punti di interesse di tutte le rotte migratorie.
La volontà del lavoro è quella di sottolineare i motivi che spingono ad affrontare lunghi e pericolosi viaggi, dando voce a tutte le realtà che nel silenzio e nell’indifferenza sono diventate un punto di riferimento fondamentale per tutte le Persone in movimento dirette in Europa e non solo, restituendo parte del loro viaggio, delle loro storie di vita e l’estrema umanità che, malgrado le difficoltà, sono in grado di conservare.